Alcune volte capita di incontrare figure femminili singolari, in questo caso si tratta di Halide Edib, scrittrice di fama (i suoi scritti affrontano tematiche nazionaliste come in Yeni Turan o relative alle questioni femministe, come in Handan), fu una delle donne più influenti durante il periodo della Prima guerra mondiale, la guerra di indipendenza e nel primissimo periodo repubblicano. Femminista e fervente nazionalista la sua parabola politica e umana si incrociò con i destini della sua nazione, la Turchia.
Halide Edib nacque a Costantinopoli nel 1882 in una famiglia aristocratica, il padre Edib Bey era segretario del sultano Abdulhamid II, mentre la madre Fatma Bedrifen morì quando Halide era molto piccola per cui la piccola fu allevata dai nonni materni, che provvidero alla sua istruzione con insegnanti europei, infatti la famiglia è consapevole dell’importanza di un’istruzione moderna. Viene ammessa al Collegio Americano e nel 1901 si diploma segnando il primato di prima ragazza musulmana diplomata in questo istituto.
Grazie alle sue capacità all’età di 15 anni viene insignita dal sultano dell’Ordine della Croce e le viene assegnato un insegnante di matematica, che malgrado la forte differenza di età diventerà il suo primo marito, Salih Zeki Bey. Il matrimonio finirà dopo 10 anni a causa della decisione di quest’ultimo di sposare una seconda moglie. Dopo il divorzio la Edib decide di dedicarsi alle attività educative, all’insegnamento e alla direzione di scuole . Durante gli anni del matrimonio si è formata come intellettuale e si è costruita una certa fama negli ambienti femministi. Nel 1908 inizia a scrivere per il giornale Tanin e per la rivista femminile Demet.
Anche con l’aiuto delle suffragette inglesi e della Società per la Difesa dei Diritti delle Donne, fondò un’associazione chiamata Elevazione delle Donne (Taali-i Nisvan), che si batteva per l’ingresso delle donne nelle professioni. Il suo impegno sulla necessità di dare un’istruzione alle donne provocò reazioni negative che la costrinsero ad allontanarsi da Costantinopoli e a riparare per un certo periodo in Egitto. Tra il 1916 e il 1917 su invito di Camal Pasa viene inviata dal governo in Libano con il compito di fondare scuole e centri di cultura. Di particolare rilevanza il suo contributo per la turchizzazione dell’intera popolazione stanziata entro i nuovi confini nazionali, che in alcuni casi non era di stirpe turca (si ricorda in particolare la turchizzazione degli orfani armeni), periodo controverso circa il suo impegno nazionalista.
Halide Edib è la più importante esponente del femminismo turco ed è considerata la “madre dei turchi”. Il suo contributo sia nel contesto della creazione del movimento nazionalista del 1919, sia in considerazione delle sue azioni a protezione delle fasce più deboli rappresentate dall’infanzia e dalle donne, fu fondamentale per la definizione dell’identità nazionale.
Nel 1919 in occasione della conquista di Smirne da parte dei greci pronuncia un discorso che la fa diventare una delle pupille di Mustafa Kemal. Particolarmente famosi i suoi discorsi pubblici, nello specifico, per la causa femminista, il discorso che tenne nel 1919 a Sultanahmet in cui invitò le donne a giocare un ruolo importante nella creazione del movimento nazionalista, che avrebbe liberato la Turchia dal giogo dei vincitori della Prima Guerra Mondiale e che, attraverso la guerra di Indipendenza, avrebbe ridato dignità a una nazione e a un popolo che uscivano distrutti dall’esperienza del conflitto mondiale.
Nel marzo 1920 Halide decide di fuggire in Anatolia con il secondo marito per unirsi al Movimento Nazionale Turco. È di questo periodo l’incontro con Yunus Nadi, dal sodalizio professionale nascerà l’agenzia di stampa Anadolu.
Per molti anni essa collaborò strettamente con Ziya Gökalp e fu una delle personalità più attive del movimento pan turco. Fu una delle fondatrici della società Yeni Lisan (Nuova lingua), insieme a Gökalp, Ata Günduz, Abdullah Cevdet e Husein Cahid. La società fondata su iniziativa di Gökalp aveva diversi scopi: Eliminare dalla vita della società civile turca tutte le influenze straniere derivanti dal passato asiatico, e epurare dalla lingua turca tutte le parole che avevano origine persiana o araba; La definizione precisa dal punto etnico e culturale della comunità turanica.
Tra il 1920 e il 1923 il marito Abdulhak Adnan partecipa al governo guidato da Atatürk, con la nomina di Ministro della Salute, Ministro degli Affari Interni e vicepresidente dell’Assemblea Nazionale ma dopo la proclamazione della repubblica i rapporti tra i due si incrinano, tanto che i coniugi nel 1926 sono costretti a riparare all’estero. La scrittrice tornerà in patria solo dopo la morte del padre della Turchia moderna. Insegnò letteratura inglese presso la facoltà di Lettere dell’Università di Istanbul. Nel 1950 fu eletta parlamentare, in rappresentanza della città di Smirne quattro anni dopo diede le dimissioni. Morì ad Istanbul nel 1964.
Questo articolo è stato pubblicato sul Manifesto Sardo nella rubrica Turchia e dintorni.